L’osservazione NBO è un momento speciale, svolto dall’operatore insieme al genitore nei primi tre-quattro mesi di vita. È uno strumento che aiuta a rafforzare la relazione genitore-figlio, valorizzando fin da subito il legame e la comprensione reciproca.

Alla base dell’osservazione c’è la consapevolezza che le prime esperienze di vita orientano lo sviluppo del cervello e tracciano le linee evolutive. Lo sviluppo precoce – cognitivo, motorio, linguistico, comunicativo – cresce infatti dentro una cornice fatta di relazioni, emozioni e cura.

L’NBO non è una valutazione clinica, ma un’occasione preziosa di conoscenza reciproca: osserva i comportamenti e le prime forme di comunicazione del neonato o della neonata, offrendo al genitore una finestra sul suo mondo interno e sulle sue capacità emergenti.

I primi mesi di vita sono fondamentali: comprendere i comportamenti del neonato e rispondere in modo positivo ai suoi bisogni aiuta a gettare basi solide per la genitorialità e per uno sviluppo armonioso.

Il modello NBO propone una serie di osservazioni che l’operatore condivide con i genitori per mettere in luce le capacità della bambina o del bambino. In questo modo i genitori imparano a riconoscere e a rispondere ai bisogni che emergono. Le osservazioni riguardano diversi aspetti del comportamento e dell’adattamento, dalla nascita fino al terzo/quarto mese: qualità del sonno, risposte allo stress, competenze visive, uditive e sociali.

Perché richiedere questo servizio?

L’NBO non ha fini diagnostici: è uno strumento semplice ma fondamentale per rafforzare la relazione genitore-figlio e per conoscere meglio le preferenze, i segnali e i bisogni del neonato o della neonata.

L’osservazione del comportamento mette al centro il neonato o la neonata e la sua famiglia, aiutando i genitori a coglierne le competenze e l’unicità. In questo modo si favorisce l’instaurarsi di interazioni positive fin dall’inizio, contribuendo a una relazione solida e serena.

Numerosi studi hanno dimostrato l’efficacia del modello NBO come supporto alla genitorialità: migliora la relazione madre-bambino, accresce la fiducia dei genitori nelle proprie capacità, facilita la comprensione dei bisogni e delle modalità comunicative del piccolo e promuove una maggiore partecipazione del padre nella relazione con il figlio o la figlia.